Teatro

DANZA CONTEMPORANEA AL CARLO FELICE: AL RISPARMIO E FATTA IN CASA

DANZA CONTEMPORANEA AL CARLO FELICE: AL RISPARMIO E FATTA IN CASA

La danza contemporanea approda al Carlo Felice di Genova. Si tratta del “Pulcinella” di Stravinskij, per le coreografie del genovese Giovanni Di Cicco, che sarà in scena venerdì 22 e sabato 23 marzo con l’Orchestra del Carlo Felice diretta dal violoncellista solista Mario Brunello.

A danzare sul palco del Teatro dell’Opera, dopo l’esecuzione del Concerto per violoncello e orchestra in La minore di Schumann, sarà  DEOS Danse Ensemble Opera Studio, un nuovo ensemble scelto e costituito dalla Fondazione e formato da danzatori con competenze professionali eterogenee, dal mimo all'acrobazia al butoh, che sarà impegnato sia nelle produzioni liriche sia in spettacoli di danza contemporanea. Il tutto nell’ambito di un nuovo impulso che il Teatro intende dare alla danza, del quale però ancora non si conoscono le linee.

La nuova produzione di danza contemporanea, prima tappa di un percorso che dovrebbe traghettare l’ensemble verso un consolidamento artistico e istituzionale, a carattere sperimentale e pilota nel panorama italiano, è una libera interpretazione del soggetto che ha ispirato il libretto originale. Il coreografo s’inoltra nel mondo di Pulcinella creando una trama intuitiva “ispirata soprattutto al rapporto fisico con la musica e allo studio di questa maschera, spesso oscura, che attraversa diversi stati psicologici”, spiega Di Cicco.

Se il pubblico cittadino ha già avuto modo di conoscere la danza contemporanea ligure nell’ambito di diverse produzioni e firme al Teatro della Tosse, Teatro dell’Archivolto, Festival Corpi Urbani e in altri contenitori, non ha ancora avuto modo di vedere o rivedere, sin dai tempi dell’ultimo Festival Internazionale del Balletto nel 2004, ormai tramontato, sul bel palcoscenico del Teatro dell’Opera genovese nomi quali Guillem, Bolle, Zakharova, Abbagnato o, per quanto riguarda i coreografi, Preljocaj, Maillot, Duato, per citarne alcuni. E nemmeno Jacopo Godani, coreografo che ha lavorato a lungo con Forsythe e ha firmato diverse coreografie di respiro contemporaneo per corpi di ballo internazionali, per giunta di casa nostra essendo originario di La Spezia.

I problemi economici in cui versa il Teatro forse non permettono di portare tali nomi. Ma sul palco di una delle fondazioni lirico sinfoniche italiane, con soli due titoli di ballo in cartellone, la proposta aggiuntiva di compagnie che vediamo già in altri circuiti di spettacolo come teatri d'innovazione e di ricerca - non di minor pregio ma di differenti finalità ed entità di contributi -  senza nulla togliere alla qualità del loro lavoro, rappresenta a nostro parere un’operazione di scarso profilo per un Teatro dell’Opera.

Un titolo in più, se pur fatto in economia, non dovrebbe almeno rappresentare nel linguaggio, nello stile e nella formazione, le linee di un cartellone da Teatro dell’Opera?